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consigli: Depressione post partum

 

La depressione Post Partum è una malattia debilitante che può rovinare l’esperienza della maternità, interferire con lo sviluppo dell’attaccamento madre-bambino e creare una notevole tensione nelle relazioni da adulto.

Può colpire con la stessa gravità mamme provenienti da qualsiasi condizione socio-economica. Questo caso esamina l’esperienza di Jennifer, una senior manager del Sistema Sanitario Nazionale, con responsabilità nella cura d’urgenza con un budget di £ 50,000,000.00 è uno staff di 800 persone. Jennifer ha lavorato in tutto il mondo, in posti come l’Africa, il Perù e la Cambogia e ha portato a termine 4 maratone oltre a un certo numero di triathlon. Con questo passato la maggior parte di noi non si aspetterebbe che Jennifer possa essere a rischio di depressione post partum.

Jennifer ora sta attraversando la fase peggiore della sua depressione, è tornata a lavoro e trova il tempo da trascorrere con il suo bimbo William. È disposta a condividere la sua storia per aiutare altre madri che soffrono la stessa condizione e le loro famiglie a venire a patti con questa malattia.

“Ho lavorato fino alla trentottesima settimana di gravidanza ed ero piuttosto ingenua rispetto all’impatto che un bambino avrebbe avuto su di me. Mi sentivo bene prima della nascita, un po’ nervosa ma eccitata. Ero esausta dopo il parto, che è stato un taglio cesareo d’urgenza. Pochi giorni dopo le dimissioni dall’ospedale ero molto depressa, piangevo e non riuscivo a dormire. Ero completamente in preda al panico sul fare la cosa giusta e lottavo per trovare qualche sentimento materno. Ero fortemente addolorata per la mia vecchia vita e volevo che il mio bambino andasse via. Ho cercato aiuto durante la seconda settimana dal momento che la mancanza di sonno mi aveva sfinita e mi sono rivolta al servizio perinatale della mia zona. Comunque, la situazione continuava a deteriorarsi e cominciavo ad avere pensieri allarmanti e poiché la situazione peggiorava, mi sono consultata e ho aderito ad incontri madre-bambino.

Ho iniziato a frequentarli quando William aveva 3 mesi e ho trascorso circa 3 mesi nel gruppo.”

Questo è un caso grave di depressione post partum ma non significa che sia insolito.
Oltre una mamma su 2 sperimenta la “baby blues”. Questa solitamente inizia 3-4 giorni dopo il parto e di solito cessa quando il bambino ha circa 10 giorni. La depressione post partum colpisce circa il 27% delle mamme ed è una malattia depressiva. In casi gravi le neo-mamme possono lottare per badare a sé stesse e al loro bambino.

Nel caso di Jennifer lei ha cercato aiuto. “Ho lavorato con uno psicologo dello sviluppo presso il centro che mi ha indotta a cercare gruppi che potessero aiutare lo sviluppo del mio bambino. La terapia occupazionale al centro, inoltre, mi ha aiutata a realizzare che i gruppi e l’interazione sociale erano la chiave per stare meglio.”

Jennifer ha trovato i gruppi Baby Sensory a Redbridge condotti da Nicola Archibald. Il programma Baby Sensory è stato ideato per supportare lo sviluppo del bambino mediante l’esposizione ad esperienze sensoriali. Le attività aiutano i genitori ad unirsi al proprio bambino e i conduttori del gruppo sono tutti formati per comprendere come ogni attività sostiene lo sviluppo del bambino. “Le attività aumentano la sicurezza e l’autostima, che a loro volta sostengono l’attaccamento madre-bambino a crescere e svilupparsi. Più di tutto, le madri trascorrono del tempo di qualità con il loro bambino in un ambiente caldo e di sostegno, cosa che aumenta il loro senso di benessere.” - Dr. Lin Day (PhD Dip. Ed. BSc. PGCE. M. Phil), Fondatrice di Baby Sensory.

All’età di 31 anni Jennifer ha realizzato una carriera di successo e dimostrato la sua capacità di superare grandi sfide attraverso i suoi successi sportive. Niente di tutto ciò l’ha preparata all’arrivo di William.

“Non ero sicura della mia capacità come madre ed ero convinta che non sarei stata brava abbastanza e che ciò che stavo facendo con mio figlio non fosse giusto. Inoltre avevo paura di parlare e interagire con lui nei primi giorni, trascorrendo le giornate in silenzio. I gruppi Baby Sensory aiutano in un’infinità di modi. Dando idee per giocare a casa (ora ho bottiglie piene, nastri colorati, scatole e borse del tesoro), fornendo un gruppo che non era minaccioso e ben strutturato, consentendomi di osservare alter mamme e trascorrere del tempo di qualità con William in un modo che fosse di sostegno e sicuro. Inoltre mi ha aiutato in maniera significativa a realizzare che stavo facendo a casa un sacco di cose che ho fatto nel gruppo e ho iniziato a riacquistare la mia sicurezza nelle mie capacità. Vedere Nicola e la sua allegria, ha iniziato ad aiutarmi a sorridere e a scoprire l’emozione di essere genitore.”

Molti genitori, inclusi quelli con trascorsi nella sanità e nell’educazione dei bambini, scoprono sui loro bambini a Baby Sensory molto più di quanto avrebbero potuto immaginare.  “Ero insegnante vicepreside prima di unirmi al team Baby Sensory e sono costantemente stupito di quanto i bambini imparino velocemente e quanto siano attenti durante gli incontri. È fantastico, inoltre, vedere come i genitori dalle provenienze più disparate mettano insieme e condividano la loro esperienza”. Nicola Archibald Baby Sensory

Jennifer e William hanno frequentato le classi Baby Sensory di Nicola per 20 settimane e Jennifer conclude: “Non ho recuperate il 100% ma sono felice di aver trascorso del tempo con William ora, Mi diverto a giocare e cantare con lui. Ora lo capisco molto di più e so come rispondere. Sto per tornare a lavoro e mi mancherà, cosa che è molto diversa rispetto a come stavo qualche mese fa.”

 

Dr Lin Day


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